La caparra confirmatoria è una somma di denaro o una quantità di beni fungibili che una parte consegna all’altra al momento della conclusione di un contratto — tipicamente in sede di preliminare di compravendita — come garanzia dell’adempimento. È disciplinata dall’articolo 1385 del Codice Civile e svolge una duplice funzione: da un lato rafforza il vincolo contrattuale, dall’altro prevede un meccanismo rapido di liquidazione del danno in caso di inadempimento. Chi riceve la caparra la trattiene se la controparte non adempie; chi l’ha versata, se subisce l’inadempimento dell’altra parte, può chiederne la restituzione in misura doppia.
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Il momento in cui scatta il diritto al doppio della caparra
Il diritto di ottenere il doppio della caparra confirmatoria sorge solo quando l’altra parte è inadempiente e tale inadempimento è qualificato come grave, cioè idoneo a giustificare la risoluzione del contratto. Non basta un semplice ritardo o una minima difformità: deve trattarsi di un comportamento che impedisce di fatto la realizzazione dell’accordo. Perché il meccanismo funzioni, l’inadempimento deve essere imputabile alla controparte, cioè non dovuto a caso fortuito o forza maggiore.
Scelta tra doppio della caparra e altre tutele
Quando si riceve la caparra confirmatoria e la controparte è inadempiente, si può scegliere tra due strade: trattenere la caparra (o chiedere il doppio, se la si è versata) oppure agire per l’adempimento o per il risarcimento integrale del danno. La richiesta del doppio della caparra è una forma di liquidazione convenzionale e forfetaria del danno: se la si esercita, non si può poi pretendere anche il risarcimento supplementare, salvo che sia stato pattuito espressamente. Se invece si opta per la via giudiziale per ottenere l’esecuzione del contratto o il risarcimento pieno, non si applica il meccanismo del doppio della caparra.
Procedura per richiedere il doppio della caparra
Per chiedere il doppio della caparra confirmatoria è necessario formalizzare la volontà di risolvere il contratto per inadempimento della controparte. Questo avviene di solito tramite una diffida ad adempiere, inviata con raccomandata A/R o PEC, in cui si concede un termine congruo (generalmente 15 giorni) per adempiere. Se allo scadere del termine l’obbligazione non viene eseguita, il contratto si intende risolto di diritto e si può pretendere il pagamento del doppio della caparra. In alternativa, la risoluzione può essere dichiarata anche in sede giudiziale, ma la diffida è lo strumento più rapido nei rapporti tra privati.
Esempi pratici di applicazione
Un caso frequente è quello della compravendita immobiliare: se il promissario acquirente versa una caparra e il promittente venditore, senza giustificazione, si rifiuta di stipulare il rogito, l’acquirente può chiedere il doppio di quanto versato. Al contrario, se è l’acquirente a non presentarsi senza motivo valido, il venditore può trattenere la caparra ricevuta. Situazioni analoghe si verificano anche in altri ambiti, come la vendita di beni mobili o la stipula di contratti di fornitura, purché la caparra sia stata pattuita come confirmatoria e non come penitenziale (che ha regole diverse).
Distinzione dalla caparra penitenziale
È importante non confondere la caparra confirmatoria con la caparra penitenziale, prevista dall’articolo 1386 del Codice Civile. Quest’ultima è legata all’esercizio di un diritto di recesso: chi recede perde la caparra data o restituisce il doppio di quella ricevuta, senza che sia necessario dimostrare un inadempimento. Nel caso della caparra confirmatoria, invece, il doppio si applica solo a fronte di inadempimento imputabile e di volontà di sciogliere il contratto per tale ragione.
Conclusioni
Si può chiedere il pagamento del doppio della caparra confirmatoria quando la controparte, che l’ha ricevuta, non adempie gravemente alle proprie obbligazioni contrattuali, e si sceglie di risolvere il contratto per inadempimento. La richiesta va formalizzata in modo corretto, preferibilmente con una diffida ad adempiere, e rappresenta una forma rapida e certa di liquidazione del danno. Conoscere la differenza con altre forme di caparra e valutare se questa tutela sia più vantaggiosa rispetto al risarcimento integrale è essenziale per scegliere la strategia più adatta alla propria situazione.